© Photo by Daniele Pignoli
Ci sono racconti che profumano di casa, di fiori di campo e di vento di aprile. La storia di Giorgia e Francesco è una di quelle che scaldano il cuore: due abruzzesi doc che oggi vivono a Milano, ma che hanno deciso di tornare alle loro origini per celebrare l’amore nelle terre dove sono cresciuti. Una narrazione fatta di piccoli gesti, memorie condivise, risate e silenzi, un legame che si è nutrito di dodici anni di complicità e desideri condivisi.
“Abbiamo sempre sognato un matrimonio piccolo, intimo, circondati solo dalle persone più care – racconta Giorgia – all’inizio avevamo pensato a una trentina di invitati, poi, come spesso succede, qualcun altro si è aggiunto… ma il cuore della nostra festa nunziale è rimasto quello: semplice, romantico, autentico. Noi viviamo a Milano, ma sentivamo fortissimo il richiamo dell’Abruzzo, la necessità di celebrare il nostro amore nella nostra terra. Sia io che mio marito siamo un po’ degli inguaribili romantici. L’anno prossimo saranno tredici anni che stiamo insieme e ho sempre sognato una cosa così: romantica, intima, vera”.
Il romanticismo, nel loro caso, non ha bisogno di castelli né di corone: ha il volto di un sentimento che si consolida negli anni e trova la sua espressione nei piccoli simboli, nei legami, nei dettagli che raccontano una storia.
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Il simbolo dell’amore: la Presentosa d’Abruzzo
C’è un piccolo grande simbolo che attraversa la storia di Giorgia e Francesco, legandoli alle proprie radici e rendendo unico il loro intimate wedding: la Presentosa, gioiello icona dell’Abruzzo, elegante e prezioso, impresso sulle loro partecipazioni. Per la sposa, più di un semplice ciondolo: “Io amo la Presentosa, per me è un simbolo dell’eccellenza della nostra regione e comprerei solo gioielli a forma di Presentosa”! Ogni dettaglio della celebrazione — dai colori agli inviti, dagli elementi decorativi ai segnaposti, anch’essi ispirati alla forma della Presentosa — ha portato con sé questo richiamo alla terra d’origine. E il destino, o forse la magia della vita, ha voluto dare un segno speciale: “quando siamo andati a vedere la location per il ricevimento — Casale Marino, una delle mie preferite — ho notato che il disegno sul bancone del bar era quasi identico a quello della Presentosa sul nostro invito. In quel momento ho capito: è un segno, questo è il posto giusto”.
Accanto al simbolo abruzzese, ha trovato spazio anche il tema romantico de “I sonetti” di Shakespeare, uno dei primi libri che Francesco le aveva regalato quando si erano conosciuti, un dettaglio poetico che ha arricchito ulteriormente l’atmosfera del loro giorno speciale.
Il matrimonio, celebrato il 27 aprile 2025, è diventato così un inno alla primavera, ai fiori, alla natura e alla dolcezza delle cose semplici, con la Presentosa a ricordare sempre le loro radici e l’affetto per la loro regione natale. “Era tutto un po’ tema campagna, con questi fiori primaverili, i colori… era tutto ciò che desideravo”.
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Tra storia e radici: il rito civile nel cuore del borgo di Città Sant’Angelo
Tra il rito civile e quello religioso, Giorgia e Francesco hanno scelto di celebrare il loro amore nei luoghi che meglio raccontano la loro storia, tra tradizione e bellezza senza tempo. Città Sant’Angelo, con le sue stradine silenziose, le casette antiche e l’atmosfera sospesa, ha accolto il loro giuramento, mentre Montesilvano, città dove è cresciuta Giorgia, ha ospitato il rito religioso: due luoghi che insieme raccontano la loro storia, le loro famiglie e il legame profondo con la loro terra.
“La cerimonia civile si è svolta a Città Sant’Angelo – racconta Giorgia – un borgo che mi ha sempre affascinata. Ci giocavo a pallavolo quando ero piccola, lo conoscevo bene e mio marito da ragazzo ha vissuto lì… Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto tantissimo sposarmi nel chiostro, perché è un luogo che ha qualcosa di magico, sospeso nel tempo, che sa di storia e di romanticismo. Poi ho questo ricordo dei cuoricini appesi alle finestre e delle decorazioni per le stradine durante la sagra “Dall’Etna al Gran Sasso”: è stato un piccolo segnale che ha acceso il desiderio di sposarmi proprio lì, tra quelle mura.
Ogni angolo del paese, ogni gesto, ogni sguardo hanno contribuito a creare un perfetto equilibrio tra memoria, territorio e affetto reciproco. E, in quell’istante, il borgo intero sembrava fare da testimone silenzioso a un amore destinato a durare nel tempo.
Il richiamo della terra e i ricordi più dolci
Tra ricordi e dettagli preziosi, ciò che più emerge dal racconto di Giorgia è il legame profondo con la terra d’origine, un filo invisibile che lega passato e presente, emozione e memoria.
“Io sono una persona molto nostalgica. Mi piace vivere a Milano, anche a mio marito piace — forse troppo — però io il richiamo della terra lo sento, lo sento spesso. Volevo che questo trasparisse nel matrimonio. Gli inviti con la Presentosa servivano proprio a richiamare le nostre radici. Abbiamo invitato anche i nostri colleghi milanesi e li abbiamo portati a vedere Pescara, il mare, abbiamo fatto mangiare loro gli arrosticini… volevo che l’Abruzzo si sentisse, si vedesse, si respirasse”.
È in questo equilibrio tra modernità e appartenenza che si muove tutta la loro storia: Milano come luogo della vita di oggi, l’Abruzzo come luogo del cuore.
“È difficile scegliere un momento che meglio rappresenti il ricordo più intenso della giornata – prosegue la sposa – perché a volte mi sembra che tutto sia passato in un lampo, quasi come se non lo avessi vissuto davvero. Ma c’è un ricordo vivido: quando stavo andando verso l’altare e ho visto mio marito. Quello sì, me lo ricordo benissimo e ogni volta che ci penso mi si scalda il cuore. Forse è banale, ma è così”.
In quell’istante — due sguardi che si incontrano, il mondo che si ferma per un attimo — si racchiude tutto il senso di una giornata, di una storia lunga dodici anni, di un amore che continua a rinnovarsi.
E poi arriva il messaggio rivolto ai futuri sposi, sincero e pieno d’amore per la propria terra: “io sceglierei altre mille volte di sposarmi in Abruzzo. Senza nulla togliere a Milano, troppo spesso si tende a pensare ai borghi come qualcosa di antico, vecchio, di fermo nel tempo. In realtà, se li si guarda con l’occhio giusto lì si può trovare modernità, vita e, soprattutto, quell’alone storico, quell’atmosfera che non trovi da nessun’altra parte. Quindi il mio consiglio è: sposatevi nei borghi. Sono molto di più di quello che si pensa”.
Un amore che nasce in Abruzzo, cresce a Milano e ritorna tra le colline per pronunciare un sì che profuma di casa: così si chiude il cerchio e così si apre un nuovo inizio, tra ricordi, radici e promesse di felicità.



